lunedì 28 maggio 2012

Leggende Siciliane...


Leggende dell’Isola delle Femmine


Ci sono diverse versioni sull'origine del nome di quest'isolotto che si trova di fronte a Capaci (famosa per l'attentato al giudice Falcone).

Ne ho trovate due che mi piacciono e voglio farvele leggere, accompagnandole con alcune foto!


La prima:

Proprio di fronte alla spiaggia del paese di Isola delle Femmine c’è l’isolotto omonimo, piccolo e carino, ormai patria di gabbiani, coniglietti e topolini.

Una leggenda narra che il conte di Capaci s’innamorò perdutamente di una bellissima donna, ma questo amore non era ricambiato ed il conte venne rifiutato.

Geloso e furioso decise di far imprigionare la donna su un isolotto perché nessun altro uomo
potesse toccarla.

La poverina era disperata, ma cosa ci poteva fare se il conte non le piaceva?

Una notte di maestrale, mentre il mare era in tempesta, decise di gettarsi tra gli scogli.

La donna morì e da allora si racconta che ogni tanto si odono le sue grida di dolore provenienti dall'isolotto.



La seconda:

Si narra che il bellissimo isolotto denominato "Isola delle Femmine" fosse stato un tempo una prigione occupata solo ed esclusivamente da donne. Tredici fanciulle turche, essendosi macchiate di gravi colpe, furono dai loro congiunti imbarcate su una nave priva di nocchiero e lasciate alla deriva. Vagarono per giorni e giorni in balìa dei venti e delle onde finché una tempesta scaraventò l'imbarcazione su un isolotto nella baia di Carini. Qui vissero sole per sette lunghi anni fin quando i parenti, pentitisi della loro azione, le ritrovarono dopo molte ricerche. Le famiglie così riunite decisero di non fare più ritorno in patria e di stabilirsi sulla terraferma. Fondarono quindi una cittadina che in ricordo della pace fatta, chiamarono Capaci (da "CCa-paci" ovvero: qui la pace) e battezzarono l' isolotto sul quale avevano dimorato le donne "Isola delle Femmine". Una testimonianza di Plinio il Giovane in una lettera indirizzata a Traiano, considera l'isola residenza di fanciulle bellissime che si offrivano in premio al vincitore della battaglia.

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